RAPPORTI CONTRATTUALI CON I COMMITTENTI. RISOLVI I TUOI PROBLEMI UNA VOLTA PER TUTTE!

(OCCHIO! LEGGI PRIMA DI FIRMARE QUALUNQUE COSA)

La storia di Pietro T.

Un po’ di tempo fa è arrivato nel mio studio il Signor Pietro T.
Pietro è un costruttore edile, e nel suo lavoro ha quotidiani rapporti contrattuali con committenti, subappaltatori e fornitori.

Pietro fa questo lavoro da anni e tutto è sempre andato bene.
O almeno così credeva.

Le difficoltà sono iniziate poco tempo fa, quando la società che doveva fornire pavimenti per la casa della signora Maria G. ha consegnato un prodotto scadente, non conforme a quello scelto da Pietro.

Come è potuto accadere?

Semplice, il problema è che il pavimento era stato pagato con bonifico in anticipo e Pietro (fidandosi!) non aveva controllato i dettagli della merce. Pensa che non aveva neanche chiesto una consegna in anticipo di un campione!

A volte nella quotidianità del lavoro si va troppo di corsa e ci si perde qualche dettaglio importante.

Così il pavimento è stato furbescamente consegnato il giorno stesso della prevista posa in opera. Ed era orribile! Puoi immaginarti lo stato d’animo di Pietro: lo stupore iniziale ha presto lasciato spazio alla rabbia.

Cosa fare? Pietro ovviamente ha chiesto il cambio della merce, che non gli è stato concesso.
Così si è dovuto rivolgere ad altro fornitore per avere pavimenti decenti, sostenendo costi ulteriori.

Ovviamente, la consegna della casa della signora Maria è slittata di diverse settimane. E siccome durante l’esecuzione dei lavori la signora era in locazione, ha addebitato a Pietro i canoni pagati in più.
Anche i lavori della ditta in subappalto che doveva fare la posa in opera sono slittati e Pietro ha dovuto rimborsare alla ditta tutte le giornate perse e non lavorate.

Sbrogliare la matassa dei diritti, doveri e risarcimenti è stata dura e per quanto possa aver ottenuto il risarcimento, il danno economico per Pietro è comunque rimasto.

Per non parlare della cattiva reputazione commerciale.

Tutto si poteva evitare se Pietro fosse stato più attento, ma soprattutto se Pietro avesse utilizzato dei contratti scritti bene: con il committente, con il fornitore e con il subappaltatore. O, quanto meno, se un esperto gli avesse detto cosa fare al momento giusto.

Forse non sai che...
Nell’appalto tra privati, l’appaltatore non può dare in subappalto l’esecuzione dell’opera o del servizio, se non è stato autorizzato dal committente (art. 1656 c.c.).

Negli appalti pubblici, il Codice prevede una disciplina analitica del subappalto (v. art. 105, D.lgs. 50/2016).

Nel nostro caso, Pietro non aveva l’autorizzazione della signora Maria a dare in subappalto la pavimentazione ed ha risposto in proprio dei danni.

Al contempo, ha dovuto riconoscere il danno da ritardo al subappaltatore, perché così era scritto nel contratto con lui stipulato.

Nel modulo d’ordine dei pavimenti, invece, era specificato che la consegna senza riserve della merce valeva accettazione e nessuna contestazione poteva essere mossa in seguito. La causa di risarcimento Pietro poi l’ha vinta, ma il fornitore nel frattempo è fallito!

Ecco perché è sempre meglio prevenire che curare!

 

 

L’errore più comune

L’errore più comune, riscontrato più e più volte attraverso le esperienze dei miei clienti, è quello di stipulare i contratti, quasi sempre orali, facendo affidamento sulla buona fede e correttezza del contraente. Altre volte, si ha timore di perdere l’affare e non si pensa che gli imprevisti possono costare caro.

Questo errore si commette soprattutto quando si lavora con persone che già si conoscono da tempo, con cui magari esistono rapporti continuativi di fornitura.

È una pratica comprensibile, e non per questo meno pericolosa! Si rischia di trovarsi impelagati in richieste assurde, come nell’esempio riportato qui sotto

Ci sono contratti e contratti
Tra somministrazione, appalto, subfornitura e subappalto esistono differenze concrete, che comportano rischi concreti: perché, allora, compiere scelte inconsapevoli?

Ad esempio, quando il contratto di appalto sia stipulato in violazione di quanto disposto dal comma 1, il lavoratore interessato può chiedere, mediante ricorso giudiziale a norma dell’ articolo 414 c.p.c., notificato anche soltanto al soggetto che ne ha utilizzato la prestazione, la costituzione di un rapporto di lavoro alle dipendenze di quest’ultimo (così, art. 29, co. 2, D.lgs. 276/2003).

Ora, il contratto di appalto puoi stipularlo nel rispetto del comma 1 (così da evitare la vertenza), oppure puoi ricorrere al contratto di somministrazione (così da evitare ogni tipo di problemi). Dipende, ovviamente, dai singoli casi.

Secondo i Giudici, ai fini della distinzione tra appalto e somministrazione, molto importante è non solo e non tanto che l’appaltatore apporti, nell’eseguire la prestazione, capitali, macchine ed attrezzature, quanto la circostanza che egli provveda a fornire l’opera o il servizio, mediante propria organizzazione di mezzi e gestione autonoma a proprio rischio (Trib. Torino 30/6/2014, n. 1023; App. Campobasso, 1/4/2011; Trib. Novara, 13/3/2007).

 

La soluzione

Se non hai le conoscenze tecniche per controllare personalmente i tuoi contratti o se, come Pietro, non hai tempo per seguire tutto da solo, beh la soluzione più economica è avere al tuo fianco un professionista specializzato in rapporti contrattuali.

Un consulente esterno o interno alla tua azienda, come preferisci.

Se stai pensando che avere un professionista che cura la parte legale della tua impresa sia un costo inutile, probabilmente hai sempre avuto fortuna con i tuoi fornitori.

Rinunciare ad un legale, vuol dire rinunciare a “prevedere il futuro”.

Infatti, scrivere contratti senza determinare ogni singolo possibile evento che può verificarsi nel prosieguo del rapporto è quanto meno rischioso. Il lavoro di un consulente, in questo caso, è prevedere (e prevenire!) ogni singola rogna che potrebbe accadere, e farti risparmiare tempo e denaro.

Ma attenzione: anche sottoscrivere un contratto generico “copia e incolla” o determinare oralmente le clausole è altrettanto rischioso, e ti espone pertanto ad un possibile e malaugurato contenzioso giudiziario o stra-giudiziario. 

Facciamo un esempio.

Non determinare in modo preciso quali prestazioni sono comprese nel prezzo concordato, ti espone al rischio di pagare più di quanto preventivato. Esattamente come è successo spesso a Pietro che alla fine ha dovuto pagare un nuovo fornitore per avere il pavimento scelto dalla Signora Maria.

 

Come NON buttare 50.000 euro

Dai contratti nascono diritti ed obblighi. Stipularli nel modo giusto protegge te e la tua impresa dai furbetti che tentano di non pagare o di pagare meno del dovuto.

Addirittura i tuoi fornitori potrebbero pretendere di avere da te risarcimenti economici a cui non avrebbero diritto nella logica delle cose, ma che possono vantare a causa della superficialità con cui avete stipulato il contratto.

Come è successo ad un altro mio cliente, il dott. Antonio C.: il committente non solo ha interrotto improvvisamente e senza alcun motivo dal contratto in corso, ma ha pure preteso il pagamento di 50.000 euro per il mancato rispetto del target minimo di periodo, anche se il periodo non era ancora terminato!

Il contratto di subfornitura

Il contratto di subfornitura ha disciplina specifica, determinata dall’esigenza di proteggere il c.d. contraente debole dall’abuso di dipendenza economica che potrebbe essere perpetrato in suo danno da parte dell’altro contraente.

Si considera dipendenza economica la situazione in cui un’impresa sia in grado di determinare, nei rapporti commerciali con un’altra impresa, un eccessivo squilibrio di diritti e di obblighi. La dipendenza economica è valutata tenendo conto anche della reale possibilità per la
parte che abbia subito l’abuso di reperire sul mercato alternative soddisfacenti.

L’abuso può anche consistere nel rifiuto di vendere o nel rifiuto di comprare, nella imposizione di condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose o discriminatorie, nella interruzione
arbitraria delle relazioni commerciali in atto.

Ad esempio, il recesso ad nutum, esercitato in difetto di specifica contestazione, senza un congruo termine che consenta di ricercare nuovi partner commerciali sul mercato e trattenendo una rilevante somma nell’esercizio di una forma di autotutela privata non contemplata dall’ordinamento, integra abuso del diritto e abuso di dipendenza economica, sotto forma di interruzione arbitraria delle relazioni commerciali in corso. (Tribunale Milano 17/6/2016).

Il patto attraverso il quale si realizzi l’abuso di dipendenza economica è nullo.
Il testo dell’articolo 9 della legge 192 del 1998 aggiornata 2012 lo trovi qui.

 

Purtroppo spesso si capisce l’importanza della stipula di un contratto a regola d’arte quando è troppo tardi, cioè in fase pre-contenziosa.

Devi infatti sapere che in fase di contenzioso giudiziario sarà il giudice a stabilire che tipo di contratto hai stipulato. Può trattarsi di sub-fornitura, contratto per la prestazione di servizi, opera intellettuale, mandato, appalto, sub-appalto e via dicendo. Sono davvero tante le possibilità ed ogni forma contrattuale è sottoposta a regole e leggi specifiche.

 

Sei il committente o il fornitore? 

La superficialità nella stipula del contratto può ritorcersi contro di te sia nel caso in cui tu sia il committente, sia nel caso in cui sia tu a dover eseguire il contratto stesso.

Per evitare problemi relativi ai rapporti contrattuali con i committenti devi far in modo che tutto sia estremamente chiaro. Innanzitutto, deve essere chiaro il rapporto che vuoi instaurare con l’contraente.

Solo così, il contratto avrà le clausole semplici e chiare.

Ma attenzione: le clausole non servono a complicare gli accordi, ma a semplificarli! Perché? Perché le giuste clausole contrattuali fanno in modo che nessuno possa vantare diritti in realtà inesistenti.

Inoltre, presta attenzione a determinare esattamente la tipologia contrattuale che si sta stipulando, specifica l’oggetto del contratto, la prestazione da eseguire e il prezzo pattuito.

Prevedi anche tutti i diritti e gli obblighi in confronto “dell’altra parte”, e di eventuali dipendenti.

 

Cosa fare praticamente

Hai 3 strade che puoi percorrere, nel concreto:

1) Puoi affidare la tua azienda alla fortuna o al caso, e sperare che tutto fili liscio. Magari non incontrerai mai quel furbetto che ti rovinerà la vita per colpa di un contratto scritto male o con superficialità. É raro, ma onestamente può capitare.

2) Puoi fare tutto da solo: studiare un po’ di diritto e stare sempre all’erta. In fondo basta controllare che non sfugga nulla a te e a nessuno dei tuoi collaboratori. È fattibile, non credi? (Forse hai ragione, è umanamente impossibile).

3) Puoi chiedere aiuto ad un professionista che sia specializzato in materie legali, o creare uno staff specializzato all’interno della tua impresa, come preferisci. Il loro compito sarà quello di stilare con il tuo aiuto contratti chiari, che ti siano favorevoli e che limitino il più possibile l’insorgenza di problemi.

Insomma, non importa cosa fai, importa solo che, detto proprio con tutto il cuore, eviti di affidarti ai punti 1 e 2. Ovvero, eviti di affidarti alla fortuna, al caso o alla speranza e, soprattutto, eviti di impazzire tentando di controllare l’incontrollabile.

 

Il “gioco delle parti” in un contratto

Offri sempre serenamente la possibilità alla tua controparte di studiare approfonditamente i tuoi contratti. Anche per questo è bene essere professionali, evitando il rischio di perdere importanti clienti con richieste troppo inique. Inoltre, così è facile capire la tua controparte che panni veste.

La controparte potrà proporre modifiche di cui dovrai comunque parlare con il legale a cui ti sei affidato o con il tuo staff legale interno, il cui ruolo sarà sempre proteggere i tuoi interessi a 360 gradi.

L’aiuto del legale o del tuo staff legale interno, servirà anche nel caso in cui a stilare il contratto abbia provveduto l’altra parte. In questo caso aiuterà a proteggerti da comportamenti poco professionali e tesi ad avere eccessivi vantaggi.

Se all’inizio questa strategia (volta ad evitare l’insorgere di contrasti e dubbi interpretativi nei rapporti contrattuali con i committenti) può sembrarti dispendiosa, ti assicuro che non è così. Come è successo a moltissimi miei clienti, con il tempo avrai modo di provare concretamente che tale approccio ti ha fatto risparmiare davvero un bel po’ in spese legali successive.

Non vuoi spendere una fortuna per creare il tuo staff legale interno?
Vuoi invece risparmiare soldi ed essere “protetto” sin da subito?
Bene!

Compila ora il modulo sottostante e sarò felice di studiare GRATUITAMENTE i tuoi contratti e suggerirti come dormire sonni tranquilli.

 

Risolvi gratuitamente il tuo problema oggi.
Domani potrebbe essere già troppo tardi.

Avv. Alfredo Buccella

 

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