APRIRE PARTITA IVA ALL’ESTERO. 3 COSE DA EVITARE E 3 COSE DA FARE ASSOLUTAMENTE PER SCONGIURARE OGNI RISCHIO ED AVERE SUCCESSO.

APRIRE PARTITA IVA ALL'ESTERO

(PARTITA IVA ALL’ESTERO: QUASI COME LAVORARE A PIEDI NUDI NEL PARCO)

Come ogni imprenditore, anche tu probabilmente vuoi avere successo nella tua attività. È ovvio!

Ma non solo: non ti piacerebbe avere anche gratificazioni quotidiane per il tuo operato?
E quanto è importante poi avere tempo da dedicare a te e alla tua famiglia?

Per realizzare tutto questo, probabilmente ti fai aiutare dai tuoi collaboratori e dipendenti, li stipendi e fai in modo che siano soddisfatti delle condizioni di lavoro. In questo modo infatti producono meglio, sono fedeli e il tuo business cresce come non mai.

O forse no. Perché nonostante tutto quello che fai, nonostante il sudore e la fatica, sei strozzato dalla pressione fiscale. Sei mangiato vivo dalle tasse.

Vuoi sopravvivere e avere successo nella tua attività? Allora pensa alla possibilità di aprire la partita IVA all’estero.

 

Aprire Partita Iva all’estero

Cosa è legale e cosa non lo è?

Per vivere serenamente la propria attività imprenditoriale, infatti, è necessario creare una struttura economica solida, tale da poter avere sufficiente liquidità (cash-flow) per far vivere bene te e i tuoi collaboratori, pagare le spese e gestire sapientemente il post-vendita.

È essenziale investire nell’attività imprenditoriale perché senza investimenti, soprattutto di tipo strumentale, è impossibile restare al passo coi tempi. Il mercato, si sa, avanza veloce!

Purtroppo però a volte succede una cosa strana (me l’hanno confessata troppo spesso i miei clienti, tanto spesso da farmi pensare che sia la norma e non l’eccezione).

L’eccessiva tassazione italiana costringe gli imprenditori come te ad accedere al credito non tanto per investire sul futuro dell’azienda, ma per pagare le tasse!

E questo significa nella maggior parte dei casi una sola cosa.
Fallimento.

 

La soluzione può essere aprire partita IVA all’estero.

Ma attenzione: è importante creare una vera attività all’estero, e non un’attività dai contorni dell’evasione o dell’estero-vestizione. Quello che stai cercando infatti è un modo per investire del tutto legale.

Forse non sai che esistono strumenti giuridici che ti permettono di aprire partita IVA all’estero facilmente e senza conseguenze. Già perché, a determinate condizioni, è possibile aprire una società all’estero e operare in Italia.

Si tratta di una pratica del tutto legale, se farai attenzione ed eviterai gli errori più comuni.

 

Italiani all’estero!

Non è vietato in Italia esercitare all’estero delle attività imprenditoriali; né è vietato operare con partita iva straniera in Italia. In particolare vi sono due metodi per farlo:

  • il primo è aprire una partita IVA all’estero ma continuare a vivere in Italia. In tal modo, i redditi saranno riconducibili ad attività svolte in Italia e perciò si dovranno dichiarare in Italia. Non importa che la tua società abbia realmente uffici e personale all’estero: per il Fisco resta sempre una società che appartiene ad un soggetto italiano. Al massimo, le tasse e le imposte pagate all’estero potranno essere scorporate da quelle pagate in Italia;
  • il secondo è stabilire l’attività direttamente all’estero. Si può adottare uno schema giuridico idoneo, previsto dallo Stato in cui si colloca l’attività. In poche parole, non crei una Società a Responsabilità Limitata (S.R.L.) secondo lo schema previsto in Italia, ma crei l’equivalente (una tipologia societaria analoga) prevista nello stato in cui si vuole collocare l’attività imprenditoriale. Facciamo un esempio: l’equivalente di una S.R.L. alle Canarie è una S.L., in Irlanda è una P.L.C. oppure in Inghilterra è una L.T.D.

 

Come aprire una partita IVA all’estero nel modo giusto?

Prima di aprire partita IVA all’estero, è necessario fare chiarezza. Se parti col piede sbagliato hai chiuso prima ancora di aprire!

– Cosa NON fare:

Che ne dici quindi di evitare di commettere i 3 errori più comuni, quelli che decine di persone commettono?

1) Fatti furbo!
Il primo errore, quello che la maggior parte dei miei clienti ha commesso, è scegliere soci italiani. Non credi sarebbe più furbo preferire imprenditori che abbiano la residenza già nel paese in cui si vuole investire? Quanti vantaggi avresti se affiancassi alla tua esperienza un socio che conosca il territorio meglio di te?

2) Attento al Fisco italiano!
Il secondo errore da evitare è scegliere un centro di interessi in Italia. Questo, infatti, è uno degli indizi che il fisco ritiene più rilevanti per asserire che in realtà la partita IVA all’estero sia solo una estero-vestizione.

3) Occhio ai dettagli!
Il terzo errore in cui cade chi vuole aprire una partita IVA all’estero è aprire siti internet aziendali dall’Italia e intestarli a soggetti residenti in Italia. Anche in questo caso siamo di fronte ad un indizio molto importante che può mettere la tua impresa in cattiva luce di fronte al Fisco.

Cosa dice la legge

Il soggetto residente in Italia che percepisce utili da società estera è tassabile in Italia, ai sensi del D.P.R. n. 917/86 (T.U.I.R.) fatte salve le imposte già versate all’estero e gli accordi internazionali per evitare la doppia imposizione.

Quanto alle attività svolte all’estero ma con interessi commerciali anche in Italia, per comprendere se sia soggetto attivo ai fini della tassazione fiscale, bisogna verificare se abbia o meno una stabile organizzazione in Italia.

Ad esempio, sono considerate stabile organizzazione: una sede di direzione, una succursale, un ufficio, un’officina, un laboratorio, una miniera, un giacimento petrolifero o di gas naturale, una cava o altro luogo di estrazione di risorse naturali.

Un cantiere di costruzione o di montaggio o di installazione, ovvero l’esercizio di attività di supervisione ad esso connesse, è considerato «stabile organizzazione» soltanto se tale cantiere, progetto o attività abbia una durata superiore a tre mesi.

Una sede fissa di affari non è, comunque, considerata stabile organizzazione se:
a) viene utilizzata una installazione ai soli fini di deposito, di esposizione o di consegna di beni o merci appartenenti all’impresa;
b) i beni o le merci appartenenti all’impresa sono immagazzinati ai soli fini di deposito, di esposizione o di consegna;
c) i beni o le merci appartenenti all’impresa sono immagazzinati ai soli fini della trasformazione da parte di un’altra impresa;
d) una sede fissa di affari è utilizzata ai soli fini di acquistare beni o merci o di raccogliere informazioni per l’impresa;
e) viene utilizzata ai soli fini di svolgere, per l’impresa, qualsiasi altra attività che abbia carattere preparatorio o ausiliario;
f) viene utilizzata ai soli fini dell’esercizio combinato delle attività menzionate nelle lettere da a) ad e), purché l’attività della sede fissa nel suo insieme, quale risulta da tale combinazione, abbia carattere preparatorio o ausiliario.

Non costituisce di per sè stabile organizzazione la disponibilità a qualsiasi titolo di elaboratori elettronici e relativi impianti ausiliari che consentano la raccolta e la trasmissione di dati ed informazioni finalizzati alla vendita di beni e servizi (v. art. 162, D.P.R. 917/1986, come modificato dal D.Lgs. 12 dicembre 2003, n. 344).

 

– Cosa ASSOLUTAMENTE fare:

Ora che conosci gli errori più comuni che portano al fallimento del tuo progetto imprenditoriale, analizziamo i 3 consigli per far in modo che tutto proceda bene.

1) Quanta pressione!
Dove conviene aprire una società in Europa, o altrove? La prima cosa da fare è scegliere il Paese giusto. Sembra strano, ma alcuni clienti avevano selezionato Nazioni con una pressione fiscale simile all’Italia.

Vuoi un consiglio? Sono ritenuti regimi fiscali favorevoli quelli dell’Irlanda, delle Isole Canarie, della Romania e del Leichtstein (questi in via principale, ma non mancano le alternative).

Aprire partita iva in Inghilterra, a meno che tu non abbia ragioni specifiche per andare a vivere lì, non è la scelta più conveniente (la tassazione sui redditi è del 20%, con alcune agevolazioni per chi inizia e per i redditi più bassi). Se, invece, vuoi aprire una società in Inghilterra e lavorare in Italia, puoi farlo, ma devi rispettare le condizioni di legge.

Il paese deve essere scelto soprattutto in base alla tipologia di attività che si vuole intraprendere.

Ad esempio, per una società a responsabilità limitata in Irlanda, (Private Limited Company), è previsto il pagamento di un’imposta del 12,5% sul reddito, usufruendo anche di un’ulteriore agevolazione per i primi 3 anni. Inoltre l’Irlanda sta attuando una politica di progressiva riduzione delle imposte per trattenere ed attirare capitali. Proprio per questo la costituzione della società, ad esempio, costa solo un centinaio di euro.

 

2) Fai la scelta giusta!
La seconda cosa da fare è scegliere una struttura giuridica idonea nel paese in cui si vuole investire e seguire le regole giuridiche di quel paese.

Anche questa sembra un’ovvietà, ma ti posso assicurare che ho dovuto salvare la maggior parte dei miei clienti da casini che non sarebbero esistiti se avessero seguito (e conosciuto!) le regole del posto.

Hanno avuto enormi difficoltà aziendali solo perché hanno continuato a ragionare con la testa di un’azienda italiana.

Parafrasando il detto popolare: “posto che vai, legge che trovi”.

 

3) Una spalla su cui contare!
Infine, il terzo consiglio per trasferire la propria attività all’estero è scegliere un consulente specializzato in tali materie. Non pensare di fare tutto da solo, finiresti molto probabilmente nei casini come i clienti di cui ti ho parlato prima.

E non basta scegliere neanche il primo avvocato che trovi o qualcuno conosca il diritto vigente in Italia.

L’esperto del caso deve conoscere molto bene soprattutto il diritto del paese in cui si vuole aprire la partita IVA.

Scegliere il partner giusto per questo cambio di vita aiuta a tenere non solo al riparo la tua azienda dalle ingiuste pretese fiscali, ma soprattutto permette di proteggere il tuo patrimonio. Insomma, non buttare inutilmente via i tuoi soldi!

 

Hai dubbi o domande?
Non sai da dove iniziare?
È normale!

Se vuoi partire col piede giusto, compila ora il modulo sottostante e sarò felice di studiare GRATUITAMENTE la soluzione che meglio si adatta alle tue esigenze.

Fatti aiutare gratuitamente a capire cosa è meglio per la tua attività oggi.
Domani potrebbe essere già troppo tardi.

Avv. Alfredo Buccella

 

 

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